Il plagio, come atto specifico di disonestà accademica, è la appropriazione del lavoro, delle parole, dei pensieri o idee di un’altra persona. Questo include la copia di materiale e l’utilizzo di idee prese da un articolo, libro o internet senza un’adeguata documentazione di riferimento o senza racchiudere correttamente il materiale citato tra virgolette. Il plagio comprende anche frasi costruite parafrasando quelle di un altro autore.
Il plagio è considerato una frode e ha conseguenze serie, tra cui la perdita del posto di lavoro e la perdita della reputazione.
La definizione di plagio si applica sia ai testi copiati che alle idee (“Plagiarism: What It Is and How to Avoid It, Peter Cobbett, PhD, August 2016”):
(I) indipendentemente dalla fonte del testo o dell’idea copiata;
(II) indipendentemente dal fatto che l’autore del testo o dell’idea copiata abbia effettivamente copiato quel testo o quell’idea da un’altra fonte;
(III) a prescindere dal fatto che la paternità del testo o di un’idea che si copia sia nota;
(IV) indipendentemente dalla natura del proprio lavoro (articolo, pagina web, libro, ecc) nell’ambito del quale si copia il testo o l’idea;
(V) indipendentemente dal fatto che l’autore della fonte del materiale copiato dia il permesso per il materiale da copiare;
(VI) indipendentemente dal fatto che l’autore della fonte del testo copiato o idea sia lo stesso autore (auto plagio).
Quanto sopra è valido anche per le figure, le didascalie delle figure, le tabelle e le leggende delle tabelle.
Il plagio si verifica sia quando grandi blocchi di testo siano tagliati e incollati, sia quando, senza intento fraudolento, un autore riutilizzi parti di un’introduzione da un precedente articolo. Tali manoscritti non saeanno presi in considerazione per la pubblicazione nella Rivista. Gli editori giudicano ciascun caso di cui siano messi al corrente (o per conoscenza propria o se allertati dai referee).